Valutazione iniziale
Per comprendere come si ascolta vengono impiegati diversi test durante quello che il dr. Tomatis chiamò BILANCIO AUDIOPSICOFONOLOGICO
Il TEST D’ASCOLTO, il principale test effettuato, è simile al test audiometrico, pur differendo da esso per diversi aspetti. In pratica, viene chiesto alla persona di indossare una cuffia e di alzare la mano quando sente i suoni, dalla parte in cui li sente. E’ un test semplice, che effettuano volentieri anche i bambini.
Il test ideale corrisponde alla migliore possibilità di ascolto che l’uomo può mettere in campo: massima acuità per i toni medi e lieve desensibilizzazione per i suoni molto acuti e molto gravi, così che l’orecchio sia correttamente sintonizzato sulle frequenze della voce parlata. Oltre alla valutazione sulle soglie percepite, viene effettuata anche una valutazione sulla capacità di distinguere i toni (suoni acuti rispetto a quelli gravi) e su quale sia l’orecchio preferenziale con cui una persona ascolta.
Vengono poi effettuati altri test, diversificati a seconda del campo di applicazione per cui si intraprendono le sedute audiopsicofonologiche, ed un colloquio per raccogliere le informazioni necessarie a stilare un programma di ascolti personalizzato, cucito su misura. Qualora le problematiche siano tali per cui non sia possibile effettuare il test d’ascolto, un colloquio particolarmente approfondito insieme ad altri strumenti di osservazione, consentono ugualmente di preparare un’adeguata programmazione.
Durante il percorso di ascolti, viene ripetuto il test d’ascolto per monitorare l’andamento e orientare la programmazione successiva.
Sotto è riportato il test audiometrico di una bambina che ha sofferto di otiti ripetute ed è stata sottoposta a diversi drenaggi timpanici.
Questo è il test d’asolto della stessa bambina al momento di inziare i cicli d’ascolto.