Stimolazione vagale accoppiata ai suoni nel trattamento degli acufeni
De Ridder e Vanneste illustrano una metodica “innovativa” per il trattamento degli acufeni. Vanneste in un precedente lavoro ha condotto un esperimento i cui risultati hanno posto dubbi sull’efficacia dell’ipercompensazione o del semplice ascolto musicale nel trattamento degli acufeni. In questo lavoro, pubblicato lo scorso novembre, sperimentano sull’uomo un metodo che sembra aver dato risultati positivi in precedenti studi sugli animali.
In sintesi, hanno accoppiato la stimolazione sonora privata della frequenza caratteristica dell’acufene – il filone di ricerca che poggia sull’inibizione laterale postulato da Pantev e colleghi – alla Stimolazione Elettrica Vagale (VNS) che si è già dimostrata efficace strumento di neuromodulazione, ovvero capace di indurre cambiamenti a livello dell’attività cerebrale. La VNS viene impiegata con successo in casi di epilessia non responsiva ai farmaci e in alcune forme di depressione.
Nell’esperimento descritto dagli Autori, a 10 pazienti sofferenti di acufeni cronici, hanno impiantato degli elettrodi sul nervo vago di sinistra e quindi li hanno sottoposti ad un training di ascolto di suoni privati della frequenza dell’acufene (perciò personalizzata per ogni paziente) per due ore e mezza per venti giorni consecutivi. Contemporaneamente hanno stimolato elettricamente il loro nervo vago attraverso gli elettrodi precedentemente impiantati.
Hanno avuto risultati che si sono mantenuti per due mesi dopo la fine della terapia nei pazienti che non assumevano farmaci: la terapia ha influito positivamente sia portando ad un miglioramento della qualità della vita sia nella percezione del suono dell’acufene. Il Minimum Masking Level si è abbassato mediamente di 26dB. Non hanno invece ottenuto risultati nei pazienti che assumevano farmaci in grado di agire sui neuromediatori del sistema nervoso centrale. Il fallimento in questi casi lo hanno attribuito all’interferenza operata dai farmaci all’azione della stimolazione vagale. ll poster del loro lavoro è visibile cliccando qui
Safety and Efficacy of Vagus Nerve Stimulation Paired With Tones for the Treatment of Tinnitus: A Case Series.
De Ridder D, Vanneste S, Engineer ND, Kilgard MP. Neuromodulation. 2013 Nov 2013.
OBJECTIVE: Classical neuromodulation applies current to the nervous system in an attempt to alter ongoing activity. However, classical neuromodulation interferes with activity but does not drive it in a controlled way. Recently, an animal study demonstrated it is possible to drive plasticity in a controlled way by using stimulation of the vagus nerve paired with tones. This reversed the tinnitus percept and pathological neural plasticity in noise-exposed rats with behavioral characteristics of tinnitus. The aim of the current study was to translate this innovative neuromodulation method to humans suffering from tinnitus.
MATERIALS AND METHODS: Ten patients with severe chronic tinnitus were implanted with electrodes on their left vagus nerve. Two and a half hours each day for 20 days, the patients heard tones, excluding the tinnitus-matched frequency, paired with brief electrical stimulation of the vagus nerve. RESULTS: The therapy was well tolerated, and no patient withdrew from the study due to complications or side-effects. Four of the ten patients exhibited clinically meaningful improvements in their tinnitus, both for the affective component, as quantified by the Tinnitus Handicap Inventory, and for the sound percept, as quantified by the minimum masking level. These improvements were stable for more than two months after the end of therapy. Of the ten patients, five were on medications that included muscarinic antagonists, norepinephrine agonists, and γ-amino butyric acid agonists, thereby possibly interfering with acetylcholine and norepinephrine release induced by vagus nerve stimulation (VNS) and essential for inducing plasticity. These patients had no improvement in contrast to medication-free patients.
CONCLUSION: VNS paired with tones excluding the tinnitus-matched frequency is safe and feasible. It seems to exert a beneficial effect in nonmedication-taking patients, both with regard to the perceived sound and the distress. Further studies are therefore mandated.
Sicurezza ed efficacia della stimolazione vagale accoppiata ai suoni per il trattamento del tinnito: una serie di casi.
Obiettivo. La neuromodulazione classica applica elettricità al sistema nervoso allo scopo di alterarne l’attività corrente. La neuromodulazione classica interferisce con l’attività ma non la indirizza in una direzione controllata. Recentemente, uno studio animale ha dimostrato che è possibile indirizzare la plasticità in una direzione controllata utilizzando la stimolazione del nervo vago accoppiata al suono. Ciò ha invertito la percezione del tinnito e la plasitcità neuronale patologica in ratti mostranti le caratteristiche comportamentali del tinnito, esposti a rumore. Lo scopo del presente studio è quello di trasferire questo innovativo metodo di neuromodulazione agli essere umani sofferenti di tinnito.
Materiali e metodi. A 10 pazienti sofferenti di tinnito cronico sono stati impiantati degli elettrodi nel loro nervo vago di sinistra. Per due ore e mezza ogni giorno per 20 giorni, i pazienti ascoltavano suoni privati della frequenza del loro tinnito, all’ascolto veniva accoppiata una breve stimolazione elettrica del nervo vago.
Risultati. La terapia è stata ben tollerata, e nessun paziente si è ritirato dallo studio a causa di complicazioni o effetti collaterali. Quattro dei 10 pazienti hanno mostrato miglioramenti clinicamente significativi del loro tinnito, sia in relazione alla componente emotiva, come quantificato dal Tinnitus Handicap Inventory, sia per il suono percepito, come quantificato dal Minimum Masking Level. I miglioramenti sono stati stabili per più di due mesi dopo la fine della terapia. Dei 10 pazienti, 5 assumevano terapia farmacologica fra cui agonisti muscarinici, agonisti noradrenergici, e agonisti del GABA, che può aver interferito con la liberazione dell’acetilcolina e della norepinefrina indotta dalla stimolazione vagale, essenziale per indurre la plasticità. Questi pazienti non hanno avuto miglioramenti rispetto ai pazienti che non assumevano farmaci.
Conclusioni. La stimolazione vagale accoppiata al suono privato della frequenza del tinnito è sicura e praticabile. Sembra esercitare effetti positivi in pazienti non in terapia farmacologica, sia in relazione al suono percepito sia al distress. Sono quindi indicati ulteriori studi.