Sindromi dello spettro autistico
Come l’Audiopsicofonologia interviene sull’autismo e la sindrome di Asperger
Il dr. Alfred Tomatis, medico francese, specialista in otorinolaringoiatria, è stato un prolifico pioniere nello studio dei processi uditivi e dello sviluppo del linguaggio durante la seconda metà del secolo scorso. Egli ha messo a punto programma di stimolazione uditiva che ha chiamato Audiopsicofonologia.
L’ascolto è un processo attivo che coinvolge sia un’abilità neuropsicologica sia il desiderio di utilizzare quell’abilità. Inoltre, Tomatis sostiene che l’ascolto sia il fondamento sul quale si basa la capacità di comunicazione sociale e l’acquisizione del linguaggio e che il suo sviluppo inizi quando l’orecchio diviene maturo e operativo attorno al quarto mese della vita prenatale. Da qualche anno le recenti ricerche scientifiche, sostenute dalle innovazioni tecnologiche, hanno confermato quanto il dr. Tomatis aveva solo potuto intuire.
Egli comprese che, per numerose ragioni, possa avvenire precocemente una “chiusura dell’ascolto”, già durante la vita intrauterina. Il bambino può semplicemente perdere il desiderio e subito dopo la capacità di utilizzare il suo orecchio come uno strumento che gli consente di rimanere in comunicazione con l’ambiente. Questa interruzione del processo di ascolto può provocare successive difficoltà nell’acquisizione del linguaggio, nella capacità di prestare attenzione e di concentrarsi, e, infine, nell’apprendimento.
Tomatis descrive l’autismo come l’esemplificazione di come l’ascolto possa essere “escluso” nel modo più radicale e profondo.
L’autismo, per Tomatis, è la forma più pura di “non ascolto”.
Grazie al suono, la terapia d’ascolto stimola nel bambino le principali fasi dello sviluppo dell’ascolto e della comunicazione.
La musica o la voce vengono modificate da un’attrezzatura chiamata Orecchio Elettronico. Il suono filtrato, che raggiunge le orecchie attraverso una cuffia, acquisisce una sorta di pulsazione cosicché diviene pressoché impossibile, anche per il più recalcitrante ascoltatore, evitare di percepirlo e processarlo.
Nelle prime fasi del programma il bambino ascolta una registrazione della voce della propria madre filtrata (vengono rimosse le frequenze gravi) per stimolare l’ascolto intrauterino. Viene utilizzata anche la musica di Mozart filtrata nello stesso modo. Durante questa fase del programma, il bambino diviene inizialmente più espressivo dal punto di vista emotivo, ridendo e piangendo talvolta per la prima volta. Il bambino mostra anche un atteggiamento più tenero soprattutto nei confronti della madre. Va più spesso verso di lei, la bacia, la abbraccia, e le appoggia la testa sul grembo. D’altro canto, per il momento, può non accettare ancora un avvicinamento della madre nei suoi confronti o espressioni di affetto che ella gli indirizza.
Per i bambini autistici non verbali, aumenta la vocalizzazione. Spesso essa esordisce sotto forma di ininterrotte grida ad altissima frequenza. Più avanti queste urla divengono più modulate e si trasformano in una sorta di balbettio. Il contatto oculare aumenta pur rimanendo intermittente. Cresce anche la capacità di attenzione del bambino. I genitori notano che il loro figlio riesce a rimanere seduto per più tempo e ad essere coinvolto in piccoli compiti o giochi. Diminuiscono i movimenti ripetitivi (stereotipie) e il comportamento auto-distruttivo. Frequentemente si osserva un parallelo aumento delle abilità manipolative fini. Si assiste ad una cauta maggior partecipazione nelle situazioni di socialità, classicamente in ambito scolastico. Invece di isolarsi, il bambino inizia a cercare l’attenzione dei compagni, toccandoli, guardandoli o prendendoli per mano. I periodi di “ritiro autistico” diminuiscono in intensità e durata.
Durante la seconda fase di ascolti, il linguaggio diviene più appropriato. Questo stadio viene raggiunto più rapidamente dai bambini che già avevano acquisito il linguaggio ma non lo utilizzavano per comunicare. Si vedono questi bambini iniziare a riferirsi a se stessi o agli altri in modo più personale usando i pronomi (io e tu) o i nomi propri. Sono più solerti quando si cerca di istaurare una comunicazione con loro.
Il programma consiste in cicli di terapia quotidiana che si sviluppano nell’arco di 6 mesi – un anno, in relazione al singolo bambino.
Un miglioramento è stato osservato in più dell’80% dei casi trattati, ed i risultati sono davvero incoraggianti.
(adattamento del testo: Opening Communication: A new perspective on Autism by: Tim Gilmour, Ph.D and Paul Madaule, L.Ps)