Organo di ricarica
Le funzioni dell’apparato cocleo vestibolare sono essenzialmente tre:
assicurare l’equilibrio,
consentire l’udito
la funzione di ricarica.
Dal punto di vista filogenetico, quest’ultima è la prima a mettersi in azione.
I suoni possiedono il misterioso potere di dare energia.
L’uomo vive in un bagno acustico e anche quando si crede circondato da un ambiente silenzioso, l’aria crea tutto intorno un campo attivo, prodotto dall’eccitazione molecolare.
E’ sulla trama del tessuto determinato da questo fondo vivente che si sovrappongono le vibrazioni acustiche. Il cervello è un prodigioso collettore di informazioni che provengono da tutte le parti. Esso si comporta come un ricettore capace di centralizzarle e trattarle. Per farlo il sistema nervoso ha bisogno di una grande quantità di energia. Le fonti che la alimentano provengono principalmente da due vie: quella che corrisponde al metabolismo proprio del cervello e quella derivante dall’attività dovuta alle stimolazioni. Il cervello per svolgere la sua funzione di dinamo ha bisogno di milioni di stimoli al secondo per tante ore al giorno.
Una delle funzione dell’orecchio è quella di assicurare la ricarica corticale in termini di potenziale nervoso: tutte le stimolazioni sensoriali, trasformando l’energia incidente in stimolo nervoso, funzionano come delle dinamo e forniscono la corrente per alimentare il cervello. La parte proveniente dall’orecchio (dal complesso cocleo-vestibolare) è decisamente preponderante.
L’orecchio, attraverso il vestibolo, assicura il 60-70% di questa carica, organizzando e controllando l’equilibrio, la verticalità, in una parola tutta l’armonia anti-gravitazionale. La coclea aggiunge il restante 30%, in quanto settore sonico. Il fenomeno della ricarica avviene in particolare quando c’e identità tra emittente e ricevente, quando cioè il soggetto in ascolto è lo stesso che emette i suoni. In questo caso, più ancora che per l’ascolto, la postura verticale è resa necessaria se si vuole ottenere un’ottimale carica corticale.
In queste condizioni, la postura d’ascolto e di ricarica è quella che vede la laringe praticamente appoggiata contro la colonna vertebrale cervicale. In questo modo tutta la struttura ossea del corpo comincia a vibrare e produce un suono particolarmente ricco ed armonioso.
I suoni hanno effetti diversi a seconda del tipo di zone dello spettro acustico che toccano. Possono agire sul corpo senza fornirgli energia e carica (sono i suoni gravi) o al contrario possono attivare la corteccia cerebrale per migliorare le capacita di pensiero e quelle creative (sono i suoni acuti).
E’ così che un cervello, ricco di potenziale neuronico, sarà più adatto ad utilizzare le sue funzioni riflessive. La sua creatività ne sarà amplificata, mentre la sua attività essenziale, indotta dalla dinamica del pensiero, si troverà sollecitata ed illuminata.
Grazie a questa energizzazione, l’individuo potrà letteralmente prendersi in carico.
(Da “Management dell’ascolto“. A.A. Tomatis e Walter Passerini)