Depressione

Un nuovo approccio alla depressione
La depressione è una condizione sempre più diffusa, basta guardare il consumo mondiale di antidepressivi!
La descrizione clinica della depressione è nota:
•    Sul piano della vitalità : perdita di energia, stanchezza estrema.
•    Sul piano neurovegetativo: insonnia o ipersonnia, perdita dell’appetito o necessità di compensare col cibo.
•    Sul piano funzionale: problemi di memoria e di concentrazione, perdita della creatività.
•   Sul piano dell’umore: perdita della gioia di vivere, sensi di colpa, di impotenza, di scoraggiamento, irritabilità, tristezza, ripiegamento su se stessi.

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Talvolta i sintomi che chiamiamo “depressione” sono espressione della mancanza di capacità di ricarica, come se il serbatoio dell’auto avesse un foro: per quanto cerchiamo di riempirlo di carburante, non ne avremo mai abbastanza per affrontare la quotidianità.
In altri casi, i sintomi della depressione sono conseguenza di un trauma od un lutto: il dolore è di una portata tale che si è paralizzati dalla sofferenza e qualsiasi azione o pensiero sembrano rinnovare un dolore a cui non si riesce a far fronte.
Accade, infine, che il male di vivere sia tale che, camminando sulla strada della malinconia, che tutti noi talora percorriamo, ci si perda e si finisca nelle spire della depressione vera e propria.
L’approccio farmacologico talvolta è necessario. Le psicoterapie delle varie scuole vanno alla ricerca della radice di questo male.
L’Audiopsicofonologia è un nuovo approccio che può talvolta essere sufficiente a risollevare la persona dai sintomi depressivi. Nel caso della depressione franca, si pone come supporto alla terapia psicologica.
Il dr. Tomatis specialista in problemi di linguaggio e udito, nel corso della sua pratica clinica ha osservato che insegnando ai pazienti ad ascoltare, attraverso le sue sedute terapeutiche, riscontrava una riduzione e spesso la scomparsa dei sintomi di tipo depressivo. Questa scoperta lo portò ad un’accurata revisione della fisiologia dell’orecchio che si pensava fosse destinato unicamente a mantenere l’equilibrio e a ricevere passivamente i suoni. Scoprì così che la funzione primaria dell’orecchio è quella di fornire la maggior parte dell’energia (dal 70 all’80 %) di cui necessitano cervello e corpo per un’attività ottimale.
Senza questo input di eccitazione sensoriale, siamo come vuoti fisicamente e mentalmente, come una vettura con la batteria scarica. La seconda funzione dell’orecchio è di controllare l’equilibrio, i movimenti, il mantenimento di una buona postura di ascolto.
Infine, terza ma non ultima funzione dell’orecchio è quella di essere il nostro sensore uditivo, ma ciò non significa che sappia cosa ci serve, o, in altri termini che sappia ascoltare! Molte delle persone non udenti sanno ascoltare meglio di coloro che hanno un orecchio privo di difetti fisici.
In effetti il dr. Tomatis ha messo in evidenza la differenza fra il processo dell’audizione (la percezione passiva dei suoni) e il processo dell’ascolto (percezione attiva). La messa in ascolto dell’orecchio richiede la mobilizzazione della muscolatura dell’orecchio medio per focalizzare i suoni e mantenere il corpo nella postura d’ascolto. Questo sforzo dipende dal desiderio di comunicare che varia in relazione al nostro vissuto emozionale presente e passato.
Lo psichismo e il sistema nervoso sono profondamente collegati. Grazie all’attività del sistema nervoso, l’uomo partecipa al suo ambiente, vi entra in relazione, comunica, agisce, esiste, o, al contrario, si estranea dal suo ambiente e si isola. L’orecchio è un organo fondamentale nella comunicazione: esso reagisce con una particolare sensibilità alle minime variazioni dello psichismo e dell’umore.
Inoltre, la chiusura dell’orecchio che viene messa inconsapevolmente in atto per difenderci dai suoni sgraditi, ma anche dalle emozioni troppo dolorose, si ripercuote sul nostro sistema vegetativo, grazie al nervo vago che, partendo dal cervello, passa per l’orecchio prima di scendere a innervare tutti i nostri visceri. La ginnastica muscolare messa in atto attraverso la terapia Audiopsicofonologica, liberando le contrazioni difensive, dona nuova armonia al nostro corpo e al nostro equilibrio neurovegetativo.
Ecco i risultati!


La terapia Audiopsicofonologica normalmente ridona all’orecchio della persona depressa la sua dinamica. Durante le sessioni, i pazienti ritrovano la loro energia, il tono dell’umore migliora, si raddrizza la loro postura. Il desiderio di comunicare rinasce come pure il desiderio di fare.

La pubblicazione di uno studio sull’efficacia dell’Audiopsicofonologia nel trattamento della depressione, condotto dal prof. van Jaarsveld e du Plessis nel 1988 all’Università di Potchefstroom, conferma i risultati osservati in tutti i centri che praticano l’Audiopsicofonologia. Dopo la terapia il tasso di ansia del gruppo sperimentale fu significativamente più basso rispetto al gruppo di controllo in cui non si assisté a nessun cambiamento. Fu riscontrata una differenza significativa anche nei test che valutavano “la sensazione di avere uno scopo nella vita” e “il livello di salute mentale”.
Un follow-up a 14 mesi ha mostrato il mantenimento significativo dei progressi ottenuti.