Spettro autistico
L’autismo è un processo dinamico. Non ha origine soltanto genetica, non è soltanto un problema cerebrale, non ha una sola causa scatenante e non è sempre del tutto incurabile, soprattutto se la terapia inizia quando il bambino è molto piccolo.”
dr.ssa Martha Herbert autrice di “The Autism Revolution”
Esiste un legame diretto fra la corteccia uditiva e il sistema cerebrale di protezione dalla minaccia (threat system) il quale spiega tra l’altro perché un rumore forte e improvviso ci fa sobbalzare e scatena una reazione immediata di intensa ansia. … Quando ci sentiamo tranquilli ed al sicuro, il sistema nervoso parasimpatico mielinizzato disattiva la reazione “combatti o fuggi”. Come Stephen Porges ha dimostrato il sistema parasimpatico attiva un “sistema di coinvolgimento sociale” (social engagement system), nonché i muscoli dell’orecchio medio, e ciò permette all’individuo di ascoltare gli altri, di comunicare ed entrare in sintonia col prossimo. Il sistema parasimpatico ci aiuta a creare un legame con gli altri individui proprio perché regola le aree cerebrali che controllano i muscoli dell’orecchio medio, i quali sono utilizzati per sintonizzarsi sulle frequenze acute del linguaggio umano e per attivare i muscoli che servono alle espressioni vocali e facciali.
Studi condotti su bambini autistici hanno dimostrato che un intervento mirato ad allenare la regolazione a livello cerebrale dei muscoli dell’orecchio medio, grazie all’ascolto di musica filtrata, come accade nella terapia Audiopsicofonologica, porta i bambini autistici a mostrare una mimica facciale più espressiva e a non distogliere più lo sguardo in presenza di altre persone oltre ad una diminuzione della sensibilità ai suoni. Evidentemente ciò dipende dall’attivazione del sistema di coinvolgimento sociale. La musica funziona perché “duplica lo spettro della voce umana”.
Nella terapia Audiopsicofonologica viene utilizzata, oltre alla musica, la voce della mamma filtrata. Essa rassicura il bambino autistico e stimola in lui il desiderio di “uscire dal fondo del tunnel in cui si riparato” per poter affrontare le varie stimolazioni sensoriali, interne ed esterne, che lo sopraffanno.
<<è come se i suoni filtrati delle voci materne invogliassero i bambini a entrare a far parte di un mondo i cui mezzi di comunicazione sono il suono e le parole>> Paul Madaule
Inoltre, lavorando sul circuito che controlla l’orecchio medio si può ridurre l’ipersensibilità e favorire il coinvolgimento sociale – come diceva Alfred Tomatis – in modo tale che l’attaccamento agli altri diventi fonte di piacere. Non dimentichiamo che lo scopo dei nostri sistemi sensoriali è di “proiettarci verso il mondo” e, allo stesso tempo, proteggerci da un universo di sensazioni. Quando si è troppo sensibili, si creano dei meccanismi che ci isolano dal mondo.
Sembra ormai acclarato che sia la genetica a determinare il rischio autistico di un bambino, ma di solito sono indispensabili fattori ambientali perché il rischio si trasformi in sindrome conclamata. Molti di questi fattori eccitano il sistema immunitario del bambino, inducendolo a rilasciare anticorpi i quali producono un’infiammazione cronica che si ripercuote sul cervello. Parecchi bambini autistici presentano anomalie immunitarie e sistemi immunitari iperattivi. In questi soggetti si registra un’alta incidenza di infezioni e infiammazioni gastrointestinali, intolleranze alimentari (spesso ai cereali, al glutine, ai latticini e allo zucchero) asma (anch’essa malattia di origine infiammatoria) e infiammazioni cutanee.
L’infiammazione cronica interferisce con lo sviluppo dei circuiti neuronali. Le scansioni cerebrali mettono in evidenza come nei bambini autistici molti circuiti neuronali siano “ipoconnessi” e come i neuroni delle aree frontali del cervello (che intervengono nella pianificazione e nell’intenzionalità) siano scarsamente connessi con quelli delle aree posteriori (deputati alle sensazioni). In altre aree del cervello, invece, si riscontra uno stato di “iperconnettività”. È probabile che questa combinazione di ipo- e iper-connettività ostacoli la sincronizzazione delle attività cerebrali fra le diverse aree. In sintesi, l’autismo è il prodotto di fattori di rischio genetici e di numerose cause scatenanti di ordine ambientale che talvolta colpiscono il bambino allo stato fetale, altre volte dopo la nascita, e in questo hanno un ruolo di rilievo le reazioni immunitarie e gli stati infiammatori. La combinazione di tutti questi fattori ha un effetto perturbante sul cervello in sviluppo e fa si che i neuroni non si connettano in maniera adeguata e non possano comunicare bene gli uni con gli altri. – R.H. Lee et al. “Neurodevelopmental Effects of Chronic Exposure to Elevated levels of Pro-Inflemmatory Cytokines in a Developing Visual System”. Neural Development 2010; 5(2): 1-18 – M.A. Just et al. “Cortical Activation and Synchronization During Sentence Comprehension in High-Functioning Autism: Evidence of Underconnectivity”. Brain: A Journal of Neurology 2004; 127(8): 1811-21 – S.E. Schipul et al. “Inter-Regional Brain Communication and Its Disturbance in Autism” Frontiers in System Neuroscience 2011; 5(10), doi: 10.3389/fnsys.2011.00010.
Uno studio del 2005 condotto presso la Johns Hopkins University School of Medicine ha dimostrato che i cervelli dei soggetti autistici sono spesso infiammati in modo particolarmente evidente nel cervelletto, l’area sottocorticale che ha stretti legami con l’apparato vestibolare sul quale si agisce con la terapia d’ascolto Audiopsicofonologica. D.L. Vargas et al. “Neurological Activation and Neuroinflammation in the Brain of Patient with Autism”. Annals of Neurology 2005; 57 (1): 67-81, 77.
Un gruppo di ricerca della Standford University ha dimostrato che nei bambini autistici l’area della corteccia uditiva deputata all’elaborazione della voce umana è ipoconnessa a quella struttura sottocorticale del cervello nota come centro della ricompensa. Quando una persona porta a termine un compito, il centro della ricompensa si attiva e produce dopamina, inducendo nel soggetto emozioni positive e rinforzando così la motivazione a ripetere le stesse azioni. Le aree del linguaggio nell’emisfero sinistro (responsabili delle componenti simboliche e astratte del discorso, ovvero della prosodia) si mostravano in uno stato di ipoconnessione col centro cerebrale della ricompensa. Di conseguenza il bambino non è in grado di collegare le aree del cervello che controllano le funzioni vocali con il centro della ricompensa e perciò non prova alcun piacere nello scambio linguistico. D.A. Abrams et al. “Underconnectivity Between Voice-Selective Cortex and Reward Ciruitry in Children with Autism” Proceedings of the National Academy of Sciences 2013; 110(29): 12060-65