Perché Mozart?
Una domanda viene posta in continuazione a tutti coloro che utilizzano il metodo Tomatis nella loro pratica professionale. Perché Mozart? Perché viene utilizzata solo la musica del grande maestro e non anche quella di altri grandi compositori, durante la rieducazione? Non è stata una scelta di Tomatis dettata da un personale gusto estetico o una particolare preferenza verso quest’autore. Molte musiche di tanti autori sono state provate da Tomatis nel corso delle sue ricerche, nell’intento di trovare quelle che meglio potevano servire allo scopo. Beethoven, Bach, Chopin, Schumann e molti altri, musiche etniche di vari paesi, nessuna dava i risultati che egli si attendeva. Solo Mozart riusciva a dare le stesse risposte neuro-fisiologiche e psicologiche indistintamente su persone appartenenti anche a culture diverse. Alla constatazione empirica e alle prove cliniche seguirono così tutta una serie di studi e ricerche sulla musica di Mozart che andavano a spiegare e confermare i risultati che si riuscivano a ottenere. Gli effetti vitalizzanti, la sensazione di benessere generale che produce la musica di Mozart si spiega con il modo in cui questa musica e stata composta e con ciò che è stato inserito in essa dal suo compositore.
Per Tomatis è capitale il fatto che Mozart abbia cominciato a comporre la sua musica molto giovane; prima ancora di usare il linguaggio egli usava la tastiera. Il piccolo Amadeus così aveva modo di suonare senza interferenze esistenziali o inquinamenti linguistici. In questo modo egli riproduceva sul piano i propri ritmi fisiologici puri integrati dal suo sistema nervoso. Il fatto di essere cresciuto in una famiglia dove tutto era contraddistinto dalla musica è fondamentale: i genitori erano dediti alla musica, il padre Leopold, non dimentichiamo, era munito di un talento musicale innegabile, era maestro di cappella in una città come Salisburgo. Amadeus fu concepito da una madre felice, amante la musica, della quale fu completamente impregnata anche durante la gravidanza, cosa di non poco conto per il piccolo in embrione che fin dal grembo materno ha iniziato ad engrammare nel suo sistema nervoso ritmi e melodie, continuando a farlo anche dopo la nascita in quell’ambiente familiare dove la musica era l’attività principale di tutti. Queste situazioni favorevoli permisero a Mozart di rimanere come un “bambino” e, continuando a mettere nella propria musica i propri ritmi interni, biologici, quindi universali, di creare una musica che può essere apprezzata al di là di ogni provenienza culturale o geografica, in quanto trascende tutto ciò che è creazione dell’uomo, ma va a toccare il suo nucleo profondo. La notevole apertura dell’orecchio di Mozart, e non poteva essere altrimenti, spiega la ricchezza di frequenze acute nelle sue composizioni; la sua musica, infatti, può essere filtrata fino a 8000Hz dall’Orecchio Elettronico mantenendo intatte le sue caratteristiche peculiari.
Si può dire che la musica di Mozart, non veicolando i vissuti esistenziali del compositore, e quindi non trascinando l’ascoltatore nel suo mondo, lo aiuta a entrare all’ascolto di sé stesso, a prendere coscienza dei propri ritmi offrendogli così la possibilità di una migliore relazione con se stesso.
La frase musicale di Mozart ha un andamento che offre una colata fluida, senza segni di monotonia. Inoltre presenta una grande mobilità di suoni che contribuisce ad assicurare il lato particolarmente vivo e spesso giocoso delle composizioni.
La base ritmica sottogiacente alle composizioni si inserisce in un tempo permanente, un vero e proprio substrato battente ogni mezzo secondo, determinando così una modulazione di 120 pulsazioni al minuto. Il battito cardiaco di un bambino? Molte cose lasciano pensare che Mozart abbia mantenuto per tutta la vita il ritmo cardiaco di quando era piccolo.
Quello che si e potuto osservare in chi ascolta la sua musica, e ancora di più, quando è trattata dall’Orecchio Elettronico, è un leggero aumento del battito cardiaco, accompagnato da maggiore vigilanza, senza che questo sia seguito da eccitazione nervosa.
L’altro tipo di musica che viene utilizzato, il canto gregoriano dell’abbazia di Solemnes, ha la caratteristica di aprire la respirazione rendendola più calma e più profonda, rallentando così il ritmo cardiaco e favorendo uno stato di calma e di rilassamento generale. Anch’essa presenta dei parametri molto particolari. Analisi effettuate su vari canti registrati all’abbazia di Solemnes, mostrano delle caratteristiche che non assomigliano a niente di esistente nelle musiche classiche abituali. Il loro ritmo è lento e tranquillo, a intervalli regolari che si rinnovano periodicamente, all’interno dei quali si percepiscono delle pulsazioni ogni secondo, cioè sessanta pulsazioni al minuto. Dice Tomatis scherzosamente: Mozart diviso due!
Per saperne di più “Perchè Mozart” di Alfred Tomatis, Ibis edizioni.