L’Audiopsicofonologia nel trattamento dell’epilessia
L’Audiopsicofonologia, inventata negli anni 50-60 dello scorso secolo dal prof. Alfred Tomatis, specialista in ORL è una tecnica di stimolazione psico-uditiva. Come può una stimolazione musicale fornire un valido aiuto, alle persone che soffrono di epilessia? Aiuto che va ben oltre quello del rilassamento ottenuto ascoltando musica. Per rispondere a questa domanda, dobbiamo ampliare la comune concezione che lega l’orecchio alla sola audizione.
In effetti, la prima funzione dell’orecchio è quella di fornire energia al cervello, un vero e proprio “bombardamento” di stimolazione sensoriale: il 70-80% della ricarica corticale proviene dall’orecchio. La seconda funzione dell’orecchio è quella di controllare l’equilibrio, i movimenti, la postura e permettere una buona integrazione dell’immagine corporea. Infine, l’orecchio serve a udire! Ciò nonostante, un buon udito non garantisce che l’orecchio sappia ben ascoltare!
Durante il suo lavoro, il dr. Tomatis ha messo in evidenza la differenza fra il processo dell’udizione pura (sensazione passiva) e il processo dell’ascolto (percezione attiva). Un buon ascolto necessita del buon funzionamento della muscolatura dell’orecchio. I due muscoli dell’orecchio regolano l’intensità dei suoni trasmessi al nervo acustico (processo di protezione) e mettono a fuoco i suoni che desideriamo ascoltare (processo di selezione).
Di conseguenza, la messa in ascolto dell’orecchio dipende prima di ogni altra cosa dal nostro desiderio di ascoltare. Il nostro desiderio di comunicare è la forza che mobilita il nostro orecchio e tutti i nostri sensi verso il mondo esterno. Dipende altresì dal nostro vissuto emozionale, passato e presente. Per esempio, una sofferenza fetale durante il parto o una separazione precoce dalla madre, possono influire significativamente sulla nostra capacità di ascolto che rimarrà chiusa e sulla difensiva.
Il frutto delle sue ricerche, ha permesso al dr. Tomatis di inventare un apparecchio elettronico capace di stimolare i meccanismi dell’ascolto in modo ottimale. Questo apparecchio corregge le distorsioni di ascolto e permette all’orecchio di esplicare pienamente le sue molteplici funzioni. Questa nuova comprensione dell’orecchio nella sua totalità apre una possibilità di intervento per aiutare le persone che soffrono di epilessia.
L’Audiopsicofonologia apporta un miglioramento globale agendo su parecchi livelli:
La rieducazione psico-uditiva riequilibra l’attività dei due orecchi nella loro funzione di stimolazione energizzante del cervello. Questo lavoro riarmonizza l’attività elettrica del cervello. Così, le crisi di epilessia, che sono legate a differenze di potenziale elettrico tra i due emisferi, diminuiscono in frequenza ed intensità.
Sul piano emozionale, le sedute di Audiopsicofonologia diminuiscono il carico affettivo dei traumi passati ed il livello di ansia. È importante sottolineare l’importanza del nervo pneumogastrico (o nervo vago). Questo nervo tiene sotto il suo controllo tutta la nostra vita affettiva. Raccoglie in primo luogo la sensibilità dell’orecchio, innerva la laringe, poi i bronchi, il cuore, e si immerge in tutte le viscere: milza, reni, fegato scendendo in tutto lo tubo digestivo. È il legame tra le nostre emozioni e le loro manifestazioni fisiologiche, in altri termini, copre tutto l’ambito della psicosomatica.
In molti casi di epilessia, il fattore emozionale ha una grande influenza sulla frequenza delle crisi. Le crisi sono scatenate spesso dopo un accumulo di tensione interiore: stress, stanchezza, eccitabilità. La crisi si traduce, di conseguenza, in una liberazione delle tensioni interne.
I progressi sono spesso considerevoli: si ottiene una diminuzione delle crisi in intensità e frequenza, fino, in alcuni casi, alla loro scomparsa.
È fondamentale sottolineare che il trattamento attraverso l’Audiopsicofonologia viene effettuato continuando ad assumere la consueta terapia farmacologica. Ciò offre il vantaggio di poter lavorare sulla causa del problema di fondo rimanendo al sicuro. Solo dopo il termine dei cicli di ascolto, dopo opportune verifiche con lo specialista neurologo di riferimento, quest’ultimo valuterà l’opportunità o meno di modificare, ridurre e talora sospendere la terapia farmacologica.
Nello stesso tempo, il progresso dell’attività cerebrale si associa al miglioramento delle capacità di apprendimento (concentrazione, memoria ecc.). Questi progressi sono stati dimostrati dai miglioramenti osservati sugli EEG effettuati dopo i cicli di ascolto. Nel 1997, il neurologo Werner Van den Berg ha pubblicato i risultati molto incoraggianti di uno studio sull’evoluzione dell’EEG e sul miglioramento dell’attività uditiva successivamente alle sedute di Audiopsicofonologia.
Mozart premia!
La scelta di Mozart e dei canti Gregoriani, fatta dal dr. Tomatis per la terapia da oltre a 60 anni, è stata confermata dalle recenti ricerche sugli effetti benefici della musica classica ed in particolare di quella di Mozart nel trattamento dell’epilessia. Tra gli altri, i lavori di John Hughes, Professore in Neurologia e direttore del Dipartimento per lo studio e la cura dell’epilessia, hanno dimostrato che la musica di Mozart riduce significativamente l’attività epilettica.